“La sfida del settore della moda per una filiera più sostenibile” è il tema che ha animato il Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, che si è svolto il 2-3 ottobre presso l’Università Bocconi.
Al centro della riflessione il rapporto moda-sostenibilità, con un occhio di riguardo per l’evoluzione del settore fashion, che negli ultimi anni sta ripensando il proprio business in un’ottica sempre più ecosostenibile dal punto di vista della filiera produttiva.
Anche Riri, che crede fermamente che l’eccellenza non possa prescindere dall’attenzione etica agli impatti ambientali e sociali lungo l’intera catena di produzione, è intervenuta esponendo il suo approccio aziendale, fondato su qualità e unicità.
Tra i risultati presentati da Riri nel corso dell’intervento al Salone c’è il progetto Corporate Footprint, che, attraverso il monitoraggio e la valutazione strategica del consumo di acqua e dell’emissione di anidride carbonica, ha portato a evidenziare netti miglioramenti degli impatti ambientali del gruppo (per maggiori dettagli è disponibile il report 2017: https://it.riri.com/azienda/etica-e-sostenibilita/report/).
Nel corso di un’intervista ad Amapolà, Marco Bruno – QA Compliance, Corporate Responsability & HSE Group Manager di Riri – spiega l’approccio aziendale alla sostenibilità e le sfide che, in quest’ambito, attendono il settore moda.
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Il gruppo svizzero, credendo nella continua ottimizzazione delle proprie prestazioni, ha anche presentato le cinque aree di miglioramento, attorno a cui sta costruendo il proprio Sustainability Action Plan: